Ieri, 19 maggio 2024, con altri quaranta attivisti, ho partecipato alla protesta contro il palio di Fucecchio che sfrutta e mette in pericolo la vita di 12 cavalli tutti gli anni.
Perché protestare contro una manifestazione apparentemente festosa e divertente? Forse è ciò che si sono chieste la maggior parte delle persone che ci hanno vistə manifestare il nostro dissenso verso questa iniziativa.

Samuele Fondelli, attivista per i diritti animali, con un cartellone in mano.
Abbiamo manifestato contro il palio di Fucecchio perché emblema dello specismo che assoggetta al divertimento umano dodici vite (una per ogni contrada) che non hanno possibilità di scelta; il palio di questa cittadina ha mietuto fino ad adesso tre vittime certe: Ugo Ricotta e Rexy (nel 2021) e Ora Basta (nel 2014).
Mettere a rischio la vita dei cavalli solo per becero divertimento dovrebbe far inorridire chiunque, eppure ieri abbiamo trovato fin troppe persone che ci hanno derisə e presə in giro senza avvicinarsi per avere un confronto paritario.
Ci è stato detto che è come andare a vedere una partita di calcio, che gli animali vengono trattati bene, che loro amano gli animali; tutto questo mentre si stavano letteralmente divertendo sulla pelle degli animali che dicevano di amare e con altri nel panino comprato nel chioschetto appena fuori dalla buca della morte.
Credo che ci sia un’enorme confusione su ciò che voglia dire amare e curare un animale: questo per me comprende fare attenzione ai suoi bisogni etologici naturali, non sfruttarli per un mio volere egoistico ecc. Per chi invece ancora non ha abbracciato una visione antispecista, il benessere dell’animale oscilla tra un box di due metri per due e cure sporadiche finalizzate all’utilizzo dell’animale stesso. Spesso però le persone pensano (e sono convinte) di fare veramente il massimo per il proprio cavallo ignorando, per mancata informazione, i suoi bisogni naturali; quest’ultimi devono essere necessariamente svincolati dall’ottica antropocentrica che affligge ormai la maggior parte degli esseri umani.
I cavalli, come gli altri animali non umani, non hanno bisogno di noi.
Purtroppo lo sfruttamento animale permea ogni aspetto della vita sociale delle persone ed è ormai, per la maggior parte, normalizzato; ciò è però estremamente pericoloso: far passare come accettabile la prevaricazione verso un’altra specie potrebbe nel tempo estendere tale atteggiamento ad altre specie o altre etnie e farci tornare indietro di anni, anzi, di secoli.

Attivisti in protesta contro il palio di Fucecchio.
Perché montare e far correre un cavallo è sbagliato?
Il cavallo non è un animale competitivo per natura, è addomesticato e domato per rispondere a degli stimoli di dolore nel modo esatto: “il cavallo apprende per sottrazione al dolore” come ha detto Anna Vannucchi (etologa) durante il suo discorso di ieri. Questo vuol dire che, dopo aver sofferto svariate volte, farà ciò che il domatore si aspetta. Facciamo un esempio, pensiamo all’imboccatura di ferro che viene posta nella bocca dell’equide, questo oggetto provoca molto dolore all’animale che la indossa e che cercherà di placarlo. Il meccanismo fa sì che il cavallo, per evitare di provare maggiore dolore, girerà la testa e quindi cambierà direzione nel verso indicato da chi lo monta.
Il cavallo in natura è una preda e in quanto tale corre principalmente quando necessario, ovvero in situazioni di pericolo; farlo correre durante una competizione è innaturale ed estremamente estenuante per lui. Questo animale ha inoltre un udito sviluppatissimo di cui è stato dotato per avvertire pericoli anche a diverse centinaia di metri, viene da se quindi che per il cavallo è altamente stressante stare in un ambiente molto rumoroso in cui addirittura utilizza una pistola per dare via alla corsa come durante il palio.

Francesca Fatucchi, attivista per i diritti animali, durante il suo discorso.
Cosa chiediamo?
Chiediamo alle amministrazioni comunali del comune di Fucecchio di vietare una volta per tutte l’utilizzo di animali durante il palio delle contrade; ci sono tanti modi in cui si può creare aggregazione senza sfruttare e uccidere esseri senzienti. Chiediamo di non voltare la faccia alle evidenze scientifiche che ormai da tempo hanno constatato l’enorme stress provocato a questi animali durante queste manifestazioni e durante la monta in generale. Chiediamo un palio senza animali, dove ci si diverta e si rafforzi il senso di comunità senza scommettere sulla pelle di nessuno.
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