Ogni anno, in Italia, circa duemila animali selvatici sono costretti a esibirsi in quasi cento tendoni per l’intrattenimento e il divertimento. Divertimento per chi?

Locandina di AgireOra contro i circhi.
Sicuramente non per gli animali coinvolti, che spesso, ancora cuccioli, sono strappati al loro habitat naturale, allontanati dalla propria famiglia e dai propri simili per essere obbligati a un’esistenza in cattività, subordinati al volere dell’essere umano, che è pronto a esibire come trofei e a schernire con inquietanti maschere e indumenti queste creature così straordinarie - cioè lontane da ciò che noi percepiamo come ordinario - così esotiche, così diverse. Diverse perché dovrebbero appartenere a un ambiente diverso, a un clima diverso, a condizioni di vita diverse e invece vengono catturate, imprigionate in anguste gabbie e trasferite in un altro continente per solleticare la curiosità di persone inconsapevoli che accorrono a uno spettacolo innaturale, senza rendersi conto della realtà che si cela dietro i tendoni allegri, i colori sgargianti e la musica felice di queste attività.
Questo non solo obbliga gli animali a vivere in condizioni molto lontane da quelle nelle quali si troverebbero in natura, ma provoca danni gravissimi alla loro salute. Sono stati compiuti vari studi sugli animali in cattività e sui disturbi comportamentali, nevrotici e psicosomatici manifestati da questi a più riprese: le evidenze scientifiche raggiunte convergono pacificamente nel tracciare un nesso indissolubile tra lo stato di prigionia degli animali e i loro disturbi, come i comportamenti ripetitivi o stereotipati, l’apatia, l’eccessiva aggressività verso i propri simili e addirittura atti di autolesionismo. E’ stato anche stimato che l’87% delle scimmie, il 37% degli uccelli e il 98% dei rettili muore durante la fase estenuante di cattura e di trasporto dall’Africa verso l’Europa o gli Stati Uniti.
È il momento che il legislatore intervenga. Dopo 56 anni dall’entrata in vigore della legge 337 del 1968, che disciplina i circhi e gli spettacoli viaggianti, riconoscendo la funzione sociale dell’uso degli animali in tali attività, la società e la coscienza collettiva sono radicalmente mutate: secondo il Sondaggio DOXA effettuato nel settembre 2023, il 76% degli italiani/e è contrario all’uso di animali nei circhi e quasi 4 italiani/e su 5, cioè il 79%, sono favorevoli a destinare i fondi pubblici esclusivamente alle manifestazioni prive di animali, garantendo uno spettacolo di qualità senza perdite di posti di lavoro.
Dopo un tentativo fallito nel 2017, il Parlamento, nel 2022, ha tentato nuovamente di delegare al Governo la facoltà di disciplinare la materia e assicurare un graduale superamento dell’uso degli animali nei circhi. L’Esecutivo avrà tempo fino al 18 agosto 2024 per porre fine alla sofferenza di migliaia di animali, chiusi in gabbia e costretti a un’esistenza di sofferenze fisiche e psicologiche, e adeguarsi agli altri 50 Paesi che hanno vietato o fortemente limitato l’uso degli animali nei circhi.
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